martedì 24 giugno 2008

Voglia di siesta...

Ragazzi... che fatica stare in ufficio a lavorare in questi giorni di gran caldo... Ma anche (ma sì, veltroneggiamo un po'!?) andare in giro per conferenze stampa o presidi...Si rischia il collasso!


Lo so, lo so che potrei accendere quella specie di pinguino che mi trovo in ufficio...ma l'aria condizionata (di qualunque tipo) mi dà il voltastomaco.... E' più forte di me...!

Così, scorrazzando tra "vecchie" foto in cerca di frescura mentale... ho ritrovato uno scatto del dicembre 2006...Eravamo a Rangoon, in riva all'Irrawaddy, il fiume che da nord a sud attraversa la Birmania.. Sì, proprio quel fiume che ai primi di maggio ha devastato le campagne, gonfiato all'inverosimile dal ciclone Nargis...(tra parentesi, ad oggi secondo la giunta militare sono circa 138mila le vittime...Dunque bisognerà moltiplicare per dieci.. a mio parere).

Bhè, quando una ha voglia di ombra e di siesta... una foto come questa ti riconcilia col mondo.. O no?!? :o)

giovedì 19 giugno 2008

Burma: bisogna dare una radio all'opposizione

Un "gemellaggio tra i media" per aprire delle radio in Birmania quali strumenti per dar voce all'opposizione. E poi un format sui diritti umani in Rai e nelle altre tv pubbliche europee per "raccontare da qui alle Olimpiadi i movimenti che lottano per i diritti umani nel mondo". Sono le richieste di Articolo 21, presentate nella conferenza stampa a Montecitorio 'Per non spegnere i riflettori sulla Birmania'. L'associazione di Beppe Giulietti vuole tenere alta l'attenzione sul caso birmano, grazie anche alla testimonianza di Maung Maung, segretario del sindacato birmano in esilio. Il sindacalista chiede un aiuto per dare una voce libera al suo popolo, una voce da cui denunciare "il lavoro forzato, la violazione dei diritti umani da parte della giunta militare birmana". Maug si appella all'Italia perche' "non riconosca il risultato del referendum e delle prossime elezioni" e lo stesso faccia l'Europa e la comunita' internazionale, anche alla luce di quanto accaduto dopo il ciclone che in maggio ha colpito la Birmania. "Quello che il mondo non sa- denuncia- e' che gli aiuti internazionali sono fermi nella capitale". Il governo birmano insomma "non rappresenta il popolo e non deve avere un seggio alle Nazioni Unite" e allora l'opposizione ha pronta la documentazione per denunciare la situazione alla comunita'. Ma per farlo serve una voce, che puo' essere appunto una radio libera.

martedì 17 giugno 2008

Birmania: Articolo21, non spegnete i riflettori

"Non spegnete i riflettori politici e mediatici sulle opposizioni in Birmania, in Cina, in Darfur..." Così l'associazione Articolo21 presenta in una nota la conferenza stampa che si tiene oggi, martedì 17 giugno alle ore 13 nella sala delle conferenze della Camera dei deputati.
Un incontro con la stampa al quale saranno presenti, tra gli altri, il Segretario generale dell'opposizione birmana Maung Maung, la responsabile dei rapporti con le istituzioni internazionali e con i paesi asiatici della Cisl Cecilia Brighi e il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti.

Seguono aggiornamenti :o)

lunedì 16 giugno 2008

1, 10, 100, 1000 stupa...


1, 10, 100, 1.000 stupa ci sono apparsi davanti, come d'incanto, svoltato l'angolo e usciti dal "bosco di bambù"....In Birmania, quasi sulle rive del lago Inle, ormai 29 mesi fa...
Than Than, la nostra guida, ci raccontava che i francesi si sono offerti di restaurare questa distesa incredibile di stupa, che l'Unesco voleva inserirli tra i siti culturali da proteggere...Niente da fare: la giunta militare guidata dal generale Than Shwe si è opposta.. D'altra parte, da un manipolo di criminali che non consente agli aiuti internazionali di portare soccorso alle popolazioni devastate dal ciclone Nargis e che blocca la fuga dei disperati ... che potevamo aspettarci????

venerdì 6 giugno 2008

Non è l'Himalaya...bensì???



Ebbene sì... più o meno una settimanella fa eravamo qui...sulle alte cime di...

Non eravamo sull'Himalaya...bensì??
Chi indovina vince una fornitura per un anno di pizzoccheri doc :o) Suggerimentone!!


Comunque...non eravamo proprio soli soletti sulle alte cime...ancora innevate..."qualcuno" faceva capolino...



E qualcun altro non cercava poi tanto di nascondersi! :o)




E con questo gioco-post...vi auguro buon weekend!! Domani si lavoricchia, ma chissà..magari troverò anche il tempo per una mini-news sulla "marcia dei pinguini"...

"Io, medico straniero in Birmania tra i sopravvissuti"

...Insomma, chi mi conosce sa che il massimo per me sarebbe pubblicare notizie "dal fronte", essere là dove le cose succedono. Per mille ragioni, più o meno nobili, al momento ciò non è possibile... Mi consolo facendo l'archeologa del web, a caccia di notizie vecchie e nuove, prevalentemente dall'Asia...anche perché se no il blog si chiamerebbe "worldmonamour"... :o)

L'ultima chicca, scovata sul sito di Repubblica (dico "scovata" perchè era una delle ultime notizie ...quasi a fondo pagina...) è il racconto di un operatore di Mèdicines Sans Frontiéres, impegnato a dare soccorso ai sopravvissuti del terribile ciclone Nargis che ha devastato il Sud-Burma.
Per leggere la sua testimonianza...cliccate QUI...e poi ovviamente fatemi sapere che ne pensate!!!

mercoledì 4 giugno 2008

Birmania, Amnesty denuncia persecuzioni contro etnia Karen

Bangkok, 4 giu. (Ap) - Amnesty International punta il dito contro la giunta militare di Myanmar (ex Birmania) e la accusa di una brutale campagna di persecuzioni nei confronti dei civili di etnia Karen. L'organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani, con sede a Londra, afferma che nella zona orientale del Paese i civili Karen vengono uccisi, torturati e costretti ai lavori forzati dai militari, mentre i loro villaggi vengono distrutti e le coltivazioni date alle fiamme.
Secondo Amnesty, circa 150mila persone sono rifugiate in casa propria, mentre il regime militare tenta di soffocare la rivolta di una parte dei Karen che chiedono l'autonomia dal governo centrale. La Giunta ha più volte respinto accuse di questo genere, spiegando di essere impegnata invece nella caccia ai "terroristi".
Sono oltre una decina i gruppi etnici in lotta da decenni contro il governo birmano per ottenere una maggiore autonomia. Molti hanno siglato un accordo di cessate il fuoco con la giunta a partire dal 1988, ma i Karen non hanno mai accettato di deporre le armi. L'organizzazione Karen ha avuto per anni un potente braccio armato, indebolito negli ultimi anni da offensive militari del regime birmano, divisioni interne e defezioni. Gran parte della vecchia leadership risiede oggi in Thailandia, mentre le basi militari dell'Unione nazionale Karen sono localizzate si trovano al ridosso del confine tailandese.
La popolazione Karen vive nella zona orientale del paese, al confine con la Thailandia, e combatte da 60 anni per il riconoscimento della propria identità e l'autodeterminazione. Stando ai dati diffusi dall'organizzazione 'Thailand Burma Border Consortium', attiva da oltre 20 anni, solo nel 2007 sono stati 76.000 i Karen costretti a fuggire dalle loro case, mentre almeno 167 villaggi sono stati distrutti.