mercoledì 4 giugno 2008

Birmania, Amnesty denuncia persecuzioni contro etnia Karen

Bangkok, 4 giu. (Ap) - Amnesty International punta il dito contro la giunta militare di Myanmar (ex Birmania) e la accusa di una brutale campagna di persecuzioni nei confronti dei civili di etnia Karen. L'organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani, con sede a Londra, afferma che nella zona orientale del Paese i civili Karen vengono uccisi, torturati e costretti ai lavori forzati dai militari, mentre i loro villaggi vengono distrutti e le coltivazioni date alle fiamme.
Secondo Amnesty, circa 150mila persone sono rifugiate in casa propria, mentre il regime militare tenta di soffocare la rivolta di una parte dei Karen che chiedono l'autonomia dal governo centrale. La Giunta ha più volte respinto accuse di questo genere, spiegando di essere impegnata invece nella caccia ai "terroristi".
Sono oltre una decina i gruppi etnici in lotta da decenni contro il governo birmano per ottenere una maggiore autonomia. Molti hanno siglato un accordo di cessate il fuoco con la giunta a partire dal 1988, ma i Karen non hanno mai accettato di deporre le armi. L'organizzazione Karen ha avuto per anni un potente braccio armato, indebolito negli ultimi anni da offensive militari del regime birmano, divisioni interne e defezioni. Gran parte della vecchia leadership risiede oggi in Thailandia, mentre le basi militari dell'Unione nazionale Karen sono localizzate si trovano al ridosso del confine tailandese.
La popolazione Karen vive nella zona orientale del paese, al confine con la Thailandia, e combatte da 60 anni per il riconoscimento della propria identità e l'autodeterminazione. Stando ai dati diffusi dall'organizzazione 'Thailand Burma Border Consortium', attiva da oltre 20 anni, solo nel 2007 sono stati 76.000 i Karen costretti a fuggire dalle loro case, mentre almeno 167 villaggi sono stati distrutti.

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